IL PARROCO FA LITIGARE IL PAESE

18-01-2009 -

Dalla prima pagina:

Fucecchio. Divisa la comunità di Ponte a Cappiano: c´è chi contesta il sacerdote e chi lo difende a spada tratta. Il parroco fa litigare il paese
Alcuni fedeli protestano: non segue il feretro ai funerali


FUCECCHIO. Un paese - Ponte a Cappiano, frazione di Fucecchio - in lite per il parroco.
Un gruppo di fedeli contesta i metodi e gli atteggiamenti del sacerdote: «Non ci ascolta e non accompagna neppure il feretro ai funerali» protestano alcuni parrocchiani. Altri però lo difendono a spada tratta: «È un grande prete, non fa altro che osservare le disposizioni dei superiori».
Fatto sta che alcuni compaesani si starebbero allontanando dalla chiesa, preferendo parrocchie vicine per ascoltare la messa o ricevere i sacramenti.

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Dalla pagina III (cronaca Empoli)

Un gruppo di calligiani contesta metodi e atteggiamenti di don Enrico Bayo ma altri lo difendono a spada tratta: sono accuse ingiuste, lui fa soltanto il suo dovere

Fedeli in rivolta contro il parroco
«Non ci ascolta e non accompagna nemmeno i defunti ai funerali»


PONTE A CAPPIANO. A Ponte a Cappiano sembra proprio di stare in pieno clima elettorale, tanto l´aria è tesa e il paese è diviso in due. A scatenare questa grande frattura tra gli animi dei calligiani non sono però le prossime
elezioni politiche bensì l´operato di don Enrico Bayo, il giovane parroco della locale chiesa di San Bartolomeo.
Un unico sacerdote per due diversi schieramenti: c´è chi si schiera nettamente a suo favore e lo difende a spada tratta e chi, invece, mal sopporta i suoi metodi ecclesiastici ritenuti poco tradizionali, soprattutto durante le onoranze funebri.

«Da quando, qualche anno fa, Don Enrico è arrivato in paese - si lamentano alcuni calligiani - molti nostri compaesani hanno scelto di ascoltare la messa o di ricevere i sacramenti nelle parrocchie vicine, come Galleno, Stabbia e Fucecchio. Questo prete manca di dialogo e di flessibilità nelle funzioni religiose e il suo atteggiamento fin troppo fiscale costringe i nostri figli ad allontanarsi dalla loro chiesa d´origine, ostacolandone la naturale formazione religiosa. E poi, quel che è peggio, è che Don Enrico ha voluto rivoluzionare persino le celebrazioni dei defunti, scegliendo di non accompagnarli durante l´ultimo viaggio. Dove sta scritto che il prete non debba più accompagnare i morti ai funerali?
E´ assurdo, nessun libro cattolico ne parla e nessun´altra diocesi, tranne la nostra, lo fa».
Sembra che tempo indietro, alcuni genitori avessero preso così a cuore la catechesi dei loro figli, tanto da contribuire, loro stessi, alla restaurazione della canonica di Ponte a Cappiano.
«Ma anche questo tentativo è servito a poco - continuano i parrocchiani - ancora infatti non esistono corsi religiosi, destinati ai nostri ragazzi,che li avvicinino alla chiesa. Da tempo chiediamo di realizzare percorsi educativi che potrebbero benissimo essere svolti nella nuova canonica, ristrutturata
di tutto punto qualche anno fa grazie ai sacrifici dei genitori calligiani, ma mai utilizzata. Siamo veramente stufi di non essere ascoltati. Tempo indietro avevamo chiesto a Don Enrico di rimettere l´acqua benedetta in fondo alla chiesa, ma anche questa richiesta non è stata accolta».
Se da una parte l´operato di Don Enrico suscita polemiche e lamentele a non finire, dall´altra invece accoglie incoraggiamenti e consensi. «Don Enrico - ribattono agguerriti alcuni fedeli - è un grande uomo, che ci ha dato e ancora continua a darci tanto a livello umano e religioso.
Con quale criterio e con quale presunzione queste persone criticano l´operato di un parroco?
Il prete, in generale, è una figura sopra le parti ed esistono disposizioni della santa sede a cui lui deve attenersi. Se Don Enrico non accompagna i morti ai funerali, è perché rispetta la volontà dei suoi superiori».
(Manuela Maccanti)

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C´è una disposizione precisa del sinodo diocesano
Il sacerdote: ecco perché non seguo le processioni


PONTE A CAPPIANO. Don Enrico Bayo, 46 anni, originario di Roma, è arrivato a Fucecchio alla fine del 2000, anno della morte di Don Angelo Melani.
Da allora e per 8 lunghi anni, ha preso il suo posto ed è diventato il parroco della Chiesa di San Bartolomeo, a Ponte a Cappiano.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e lui, fermo e deciso, così si è difeso dalle accuse che gli sono piovute addosso:
«Bisogna specificare - dice Don Enrico - che non è assolutamente vero che io non partecipo alle onoranze funebri, perché il funerale è la messa che viene fatta in suffragio del defunto. Non prendo parte, invece, alla processione perché esiste una disposizione dell´ultimo sinodo diocesano, consultabile da tutti, che indica esplicitamente di eliminare le processioni».
E sulla questione dell´acqua santa replica così: «Io non sono contro l´acqua benedetta e chiunque viene in parrocchia la trova. Può essere successo che, all´inizio della mia carriera di prelato, quando dovevo badare a tre e, ripeto, tre chiese contemporaneamente, abbia dimenticato di controllarla». E sui corsi di formazione religiosa, è pronto a dire la sua. «Per quanto riguarda l´educazione religiosa - spiega il sacerdote - è una menzogna bella e buona e tutti possono verificare che è falso. Prima che arrivassi io come parroco a Ponte a Cappiano, non esistevano corsi dedicati al catechismo. Da quando sono qua, ho attivato corsi di preparazione ai sacramenti, comunione
e cresima, per bambini dalla prima elementare alla seconda media. E addirittura, il sabato e la domenica prima della santa messa, i ragazzi si riuniscono in parrocchia per fare attività formativa e ricreativa.
E a chi va affermando che alcuni compaesani preferiscono ascoltare le funzioni religiose in altre parrocchie, rispondo che questo gruppo di persone contro che si è creato sta cercando solo di distruggere ciò che io e gli altri fedeli abbiamo costruito con sacrificio e portiamo avanti da anni».
(m.m.)

Fonte: Il Tirreno del 18-01-09